Cosa prevede la normativa sui permessi per lutto
Nel caso della scomparsa di una persona cara, la Legge italiana permette di richiedere un permesso per lutto.
La morte di un familiare o di un parente, si sa, rappresenta un momento molto difficile e di estrema sofferenza. Si tratta di un evento che, spesso, è difficile da gestire, sia dal punto di vista burocratico, sia da quello psicologico. Per questo, è possibile congedarsi temporaneamente dal lavoro, al fine di affrontare la triste e difficoltosa situazione e per riprendersi il più rapidamente possibile.
Ma come funzionano, esattamente, i permessi per lutto? Cosa prevede la normativa in merito?
Scopriamolo insieme in questa guida dedicata.
Permesso per lutto: cos’è
Quando si parla di permesso per lutto, la normativa di riferimento è rappresentata dalla L. n. 53/2000.
All’art. 4 di tale legge, in particolare, viene indicato che:
“La lavoratrice e il lavoratore hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni lavorativi all’anno in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado o del convivente, purché la stabile convivenza con il lavoratore o la lavoratrice risulti da certificazione anagrafica. In alternativa, nei casi di documentata grave infermità, il lavoratore e la lavoratrice possono concordare con il datore di lavoro diverse modalità di espletamento dell’attività lavorativa.”
Possono fruire di questa particolare tipologia di congedo retribuito sia i lavoratori del settore privato che i dipendenti pubblici.
Inoltre, come specificato dalla normativa, si può richiedere il congedo retribuito non solo in caso di decesso. Anche per grave infermità di un parente prossimo, infatti, si può accedere al congedo retribuito di tre giorni. Ovviamente, a patto che la grave infermità venga regolarmente documentata e accertata.
Durante i giorni di permesso, verrà corrisposta la normale paga oraria prevista e verranno maturati i ratei corrisposti fino a quel momento.
La burocrazia in caso di decesso di un parente
La motivazione primaria per la quale la Legge italiana ha previsto la possibilità di fruire di un permesso per lutto è legata a questioni burocratiche.
Quando interviene un evento luttuoso, infatti, i familiari del defunto devono fare i conti con tutta una serie di adempimenti obbligatori.
Innanzitutto, se il deceduto è titolare di prestazioni INPS, si dovrà contattare l’istituto per sospenderne l’erogazione.
In secondo luogo, andrà presentata la richiesta per la successione. Gli eredi dovranno poi presentare la dichiarazione dei redditi.
Infine, andranno restituiti i documenti di identità del defunto presso l’ufficio preposto del Comune di residenza.
Il permesso per lutto permette dunque ai lavoratori dipendenti di occuparsi di tutte queste pratiche burocratiche. Inoltre, trattandosi di un momento particolarmente doloroso, permette, in parte, anche un recupero del benessere psicologico.
Cosa dice la legge sul permesso retribuito per lutto
Secondo quanto previsto dalla Legge italiana sui permessi per lutto, il lavoratore con regolare contratto da dipendete ha diritto all’astensione dal lavoro nel caso di un evento luttuoso.
In dettaglio, al dipendente spettano, ogni anno, un totale di tre giorni di permesso retribuito per lutto.
Attenzione, però, perché la legge prevede dei casi specifici per la fruizione di questo tipo di congedo per lutto.
I permessi sono retribuiti, cioè, solo se il decesso riguarda un parente entro il secondo grado, il coniuge o il convivente.
Inoltre, è previsto che il dipendente informi con esattezza il datore di lavoro in merito ai giorni di permesso di cui intende fruire. Questo perché i tre giorni previsti di assenza possono anche non essere consecutivi. C’è, cioè, la possibilità di frazionare i tre giorni congedo.
Per poterne fruire, la Legge prevede che al datore di lavoro sia fatto pervenire un documento ufficiale. Questo servirà a certificare l’effettivo decesso.
In caso di mancanza di documentazione, comunque, anche una dichiarazione sostitutiva viene di norma accettata.
C’è poi una rigorosa tempistica da rispettare. Chi intende fruire dei permessi retribuiti per lutto familiare deve dare comunicazione al datore di lavoro entro e non oltre sette giorni dal decesso del parente.
Quando si può richiedere il congedo per lutto
Come abbiamo già anticipato al punto precedente, il permesso per lutto retribuito spetta solamente in determinati casi.
Possono richiederli i lavoratori che appartengono al medesimo nucleo familiare del defunto. In particolare, è possibile richiederlo per il coniuge o il convivente, per i genitori, per i figli.
Anche la scomparsa di un fratello o una sorella, dei nonni o dei nipoti (nel caso in cui si tratti di figli dei propri figli) dà diritto al congedo retribuito.
I Contratti Collettivi e il permesso per lutto
Oltre alle disposizioni di Legge valide su base nazionale, e dunque per tutti i settori, quando si parla di permesso per lutto bisogna far riferimento anche ai CCNL.
Infatti, all’interno di alcuni Contratti Collettivi Nazionali Lavoro vengono contenute delle disposizioni valide solo per determinati settori.
Alcuni CCNL, solo per fare un esempio, prevedono la possibilità di ottenere un permesso retribuito per lutto di durata superiore ai tre giorni. Inoltre, in caso di più eventi luttuosi intercorsi nello steso anno, diversi Contratti Collettivi prevedono tre giorni di permesso per ogni decesso.
Altri Contratti Collettivi Nazionali, invece, estendono la validità della Legge nazionale anche ad altri parenti. Ci sono, cioè, CCNL che consentono di ottenere il congedo retribuito anche in caso di decesso di zii, cognati e altri parenti.
In altri casi, infine, è possibile estendere la durata del congedo ottenendo permessi non retribuiti. Prima di presentare la richiesta al datore di lavoro, dunque, è consigliabile consultare il CCNL di riferimento.
Come presentare richiesta al datore di lavoro
La richiesta del permesso di lutto va inoltrata al datore di lavoro indicando, innanzitutto, la motivazione.
In questo caso, non è opportuno inserire, come motivazione, dei generici “motivi personali”. Occorre, piuttosto, far riferimento all’evento luttuoso. Un discorso analogo vale anche nel caso in cui la richiesta venga effettuata per grave infermità di un congiunto.
La richiesta va corredata da apposita documentazione, in modo da certificare il diritto al congedo retribuito.
Come abbiamo detto, infine, l’evento luttuoso va comunicato per tempo al datore di lavoro. Idealmente, questo andrà informato prontamente. I giorni di permesso andranno inoltre fruito, come anticipato, entro i sette giorni dall’avvenuto decesso.