Le novità dell’ultima Legge di Bilancio sui congedi parentali:
Tra le numerose novità introdotte con la Manovra 2025, figurano anche quelle relative ai congedi parentali. In particolare, il comma 217 della Legge di Bilancio 2025 ha rafforzato questo sostegno alle famiglie, aumentando l’indennità per congedo parentale dal 30% inizialmente previsto fino all’80% per un ulteriore mese. Il che significa che, se fino al 2024 le famiglie potevano godere di due mesi all’80% e un terzo mese al 30%, dal 2025 si potrà contare su congedi parentali all’80% anche per il terzo mese di fruizione.
Analizziamo in dettaglio le disposizioni legislative.
Congedi parentali: le novità del comma 217 della Legge di Bilancio 2025
Grazie al comma 217 della Legge di Bilancio 2025, i congedi parentali sono stati modificati. Si potrà ora godere, per un ulteriore mese, dell’indennità per congedo parentale all’80%.
La retribuzione per il terzo mese di indennità viene cioè elevata, passando dal 30% all’80% della retribuzione del lavoratore.
L’indennità dovrà essere fruita entro il sesto anno di vita del bambino. Spetta inoltre ai genitori che hanno scelto di optare per l’adozione o l’affidamento di un minore. In questo caso, i congedi parentali vanno fruiti entro sei anni dall’ingresso del minore in famiglia.
Resta inteso, ovviamente, che in caso di affido o adozione i congedi parentali potranno essere fruiti entro e non oltre il raggiungimento della maggiore età del figlio.
Come cambiano le disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità
Le novità della Legge di Bilancio 2025 in merito ai congedi parentali, di fatto, modificano l’art. 34 comma 1 primo periodo del D. lgs. 151/2001. Tale decreto contiene le disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.
Conosciuto anche come Testo Unico sulla maternità e paternità, il decreto legislativo aveva come obiettivo quello di conciliare i tempi di vita e lavoro dei genitori.
Il Decreto n. 151 del 2001 ha introdotto diverse novità stabilendo, tra l’altro, le mansioni vietate per le donne in gravidanza.
Grazie al Testo Unico, inoltre, è stato introdotto il diritto a permessi retribuiti per esami prenatali e il divieto di licenziamento fino al primo anno di vita del bambino.
Indennità per congedo parentale: due diversi interventi
La Manovra 2025 prevede, in dettaglio, due diversi interventi, a seconda della specifica condizione in cui si trovano i genitori lavoratori dipendenti.
Il primo caso è quello in cui la lavoratrice o il lavoratore abbiano cessato i congedi parentali obbligatori a partire dal 1° gennaio 2024. Viene prevista, per il secondo mese, l’elevazione dal 60% all’80% della retribuzione. La Legge di Bilancio 2024 aveva infatti introdotto una prima elevazione dell’indennità.
Diverso è invece il caso dei lavoratori che cesseranno il congedo obbligatorio a partire dal mese di gennaio 2025. In questo caso, varranno pienamente le nuove disposizioni della Legge di Bilancio 2025.
Il lavoratore o la lavoratrice potranno cioè godere dell’elevazione all’80% della retribuzione dell’indennità per congedo parentale. Elevazione valida per un ulteriore mese, il terzo.
L’elevazione dei congedi parentali per tre mesi all’80% della retribuzione è strutturale. Il che significa che questa disposizione è permanente e non necessità di conferme con le prossime Manovre Finanziarie.
Congedi parentali: differenze tra lavoratori e regole specifiche
Come abbiamo anticipato, le regole sui congedi parentali cambiano in riferimento all’anno in cui termina il periodo obbligatorio di maternità o paternità.
Se il congedo obbligatorio è finito nel 2022 o prima, valgono solo le vecchie regole. Infatti, si potranno avere fino a 9 mesi di congedo parentale, tutti pagati al 30% dello stipendio.
Invece, se il congedo è terminato nel 2023 o nel 2024, si ha un accesso alle regole previste dalle precedenti Leggi di Bilancio. Più in dettaglio:
- chi ha terminato il congedo obbligatorio nel 2023 ha diritto a un mese pagato all’80%, mentre gli altri 8 mesi restano al 30%;
- per congedi obbligatori terminati nel 2024, invece, si ha diritto a due mesi all’80% e sette mesi al 30%.
Ci sono poi delle regole specifiche che non dipendono dalle novità introdotte con la Legge di Bilancio 2024. Infatti, i lavoratori della scuola rispondono a un diverso trattamento.
Il primo mese di congedo è pagato al 100% anziché all’80% e può essere usato fino ai 12 anni del bambino.
Inoltre, sono previsti due mesi pagati all’80%, solo se usati entro i 6 anni del bambino (dai 7 ai 12 anni si riduce al 30%). Infine, il personale scuola ha diritto a congedi parentali per altri 6 mesi, pagati al 30% e utilizzabili fino ai 12 anni del bambino.
I congedi parentali secondo la Circolare INPS n. 3 del 15-01-2025
Con la Circolare n. 3 del 15 gennaio 2025, l’INPS ha fornito ulteriori chiarimenti relativi ai congedi parentali.
L’Istituto ha innanzitutto chiarito le novità apportate con la Legge di Bilancio 2025, secondo cui spettano:
- “un mese con indennità maggiorata all’80% dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023);
- un altro mese con indennità maggiorata al 60% dalla legge di Bilancio 2024 e ulteriormente elevato all’80% dalla legge di Bilancio 2025;
- un ulteriore mese con indennità maggiorata all’80% dalla legge di Bilancio 2025”.
L’INPS ha inoltre chiarito che i congedi parentali spettano ai “i genitori occupati con rapporto di lavoro dipendente”. I genitori, inoltre, come ha ulteriormente specificato l’Istituto, potranno beneficiare del congedo parentale in alternativa tra loro.
Altre misure di sostegno alle famiglie
Oltre alle novità sui congedi parentali, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto diverse misure di sostegno alle famiglie con figli. In alcuni casi, ha potenziato sostegni già esistenti.
Innanzitutto, è stato previsto il cosiddetto Quoziente Familiare per il calcolo di detrazioni fiscali. Di questo Quoziente si parla ormai da anni: con la Manovra 2025, il nuovo calcolo favorirà le famiglie con figli.
Inoltre, sono stati confermati dei fringe benefit più alti per i dipendenti con figli. A questi lavoratori spetteranno 2.000 euro invece che 1.000, nel caso in cui non si abbiano figli.
Infine, abbiamo assistito al potenziamento del bonus asilo nido e all’introduzione della Carta Nuovi Nati. Quest’ultima è un vero e proprio bonus destinato ai neogenitori da 1.000 euro.