Bloodstain Pattern Analysis (BPA): le tracce ematiche nelle indagini forensi
Nel cuore di una scena del crimine, ogni dettaglio può diventare una prova determinante. Tra le più affascinanti e rivelatrici vi sono le tracce di sangue, vere e proprie “firme invisibili” in grado di raccontare ciò che è accaduto. La Bloodstain Pattern Analysis (BPA), o analisi delle macchie di sangue, è una disciplina forense che studia la forma, la distribuzione e la posizione delle tracce ematiche per ricostruire la dinamica di un evento violento.
Ma cosa può rivelare davvero una macchia di sangue?
In questo articolo esploreremo i principi della BPA, le tecniche utilizzate dagli esperti e i casi in cui ha fatto la differenza nelle indagini. Un viaggio tra scienza, deduzione e investigazione, dove ogni goccia ha una storia da raccontare. Scopriamo insieme che cos’è e come funziona!
Che cos’è la Bloodstain Pattern Analysis (BPA)
- esaminare le tracce ematiche presenti sulla scena del crimine;
- studiare le traiettorie delle macchie di sangue;
- analizzare il pattern morfologico che esse assumono.
- tipologia d’arma
- posizione dell’aggressore
- direzione dei colpi
Bloodstain Pattern Analysis: come funziona
- eseguire un approfondito sopralluogo giudiziario sulla scena di un crimine;
- possedere una dettagliata foto-documentazione delle tracce ematiche e dei vari pattern presenti su superfici e indumenti;
- utilizzare riferimenti metrici e luci forensi, tra cui in particolare il luminol, per esaltare le forme e i contorni delle singole tracce ematiche qualora non visibili ad occhio nudo.
- modalità ed armi utilizzate per il delitto;
- numero di colpi inferti;
- tipologia di ferita;
- informazioni sull’assalitore (ad esempio se è destro o mancino, grado di forza inflitta, etc);
- area originale dell’impatto con il corpo;
- movimento di persone o cose durante e dopo il delitto;
- posizione durante il sanguinamento.
- si utilizzano manichini e sostanze fisicamente equiparabili al sangue umano;
- vengono sfruttati elementi riscontrati durante il sopralluogo;
- si riproducono i movimenti ipotizzabili;
- viene verificato se gli schizzi si distribuiscono come sulla presunta scena reale.
I diversi tipi di tracce ematiche
- passive: e quindi gocce e flussi;
- di trasferimento, provocate da oggetti che entrano in contatto con macchie di sangue, come ad esempio il trascinamento di un cadavere;
- secondarie da strisciamento: originate non per provenienza diretta dalla sorgente ma per successivo trasporto sul substrato su cui rinvengono;
- d’impatto: createsi dal sangue proiettato nell’aria attraverso spruzzi, ad esempio un coltello usato per colpire più volte che rilascia schizzi di sangue.
- quantità;
- velocità;
- natura (schizzo o caduta);
- altezza;
- inclinazione del piano;
- caratteristiche del supporto che la riceve.
La ricostruzione della scena del crimine
- captare qualsiasi informazione o traccia che possano risultare utili all’individuazione del reo;
- raccogliere gli elementi di prova direttamente in loco;
- comprendere la dinamica degli eventi attraverso lo studio dell’interconnessione spaziale delle tracce;
- determinare la dinamica degli eventi;
- individuare l’autore del crimine.
- risalire all’azione che ha provocato il sanguinamento;
- ricostruire la scena del crimine;
- verificare l’attendibilità e la veridicità delle dichiarazioni degli eventuali soggetti coinvolti.