L’omicidio di Serena Mollicone: il cold case del delitto di Arce
Il 3 giugno del 2001 Serena Mollicone viene ritrovata morta in un boschetto in provincia di Frosinone che si chiama Fonte Serena, dopo due giorni di ricerche, con segni di violenza e il volto coperto da un sacchetto di plastica. Aveva diciotto anni. Un caso irrisolto per oltre vent’anni, fatto di indagini intricate, colpi di scena e una lunga battaglia per la verità.
Da allora, il caso di Serena Mollicone ha attraversato diverse fasi investigative, con ipotesi che hanno coinvolto più soggetti, fino ad arrivare al processo del 2022, che ha visto l’assoluzione di tutti gli imputati. Ma cosa sappiamo oggi su questa tragica vicenda? Quali sono i punti oscuri che ancora alimentano dubbi e interrogativi?
Scopriamo insieme che cosa è successo alla giovane ragazza!
Serena Mollicone: il giorno della scomparsa
Dopo l’appuntamento deve incontrare un ragazzo che frequenta. La sera, però, non rientra a casa e dopo poco il padre, allarmato, da l’allarme. La proprietaria di un bar assicura di averla vista nel suo locale con altri ragazzi, versione confermata anche dal carrozziere Carmine Belli che afferma di averla vista litigare con un giovane dai capelli biondi.
La sua bocca è chiusa con del nastro adesivo, mani e piedi sono legati da scotch e fil di ferro e il viso presenta una ferita all’altezza del sopracciglio.
Omicidio di Serena Mollicone: le indagini
Tre giorni dopo quella perquisizione, il cellulare sbuca nel primo cassetto del comodino in camera della ragazza. Qualcuno è entrato in casa per nascondervelo?
L’autopsia stabilisce che non c’è stata violenza sessuale ma che Serena Mollicone avesse ricevuto una botta in testa. Per il resto le ricerche risultano infruttuose.
L’uomo dichiarerà successivamente di essere un capro espiatorio per chiudere la vicenda con la colpa di aver cercato di aiutare le ricerche.
Il ruolo della famiglia Mollicone
Infine, il corpo di Serena fatto ritrovare in un boschetto lontano dal bar dove era stata vista litigare Marco, luogo scelto apposta per evitare un’associazione tra i due episodi.
Il processo
L’accusa chiede una condanna a 24 anni di carcere per l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, 22 anni per la moglie Anna Maria e per il figlio Marco, la condanna a 4 anni per favoreggiamento per Suprano e l’assoluzione Quatrale.